Cluster Fabbrica Intelligente: entrano 21 nuovi soci

Luca Manuelli, presidente del Cluster: "Due, su tutti, i motivi che spingono i nuovi soci ad aderire: dimensione e inclusività dell’ecosistema del Cluster e l’opportunità di partecipare a iniziative a favore di politiche industriali efficaci".

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Luca Manuelli Fabbrica Intelligente

Il Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente ha aperto le porte a 21 nuovi soci: Autodesk, Biancolini Symbol, Canon Italia, Dassault Systèmes Italia, Dgs, Efeso Consulting, Fores Engineering, HP Italy, I40saas, Idrotherm 2000, Isapiens, Nokia Solution and Networks, Safety Job, Scao Informatica, Seco, Servitly, Tema Energy, Thinkinside, Ubiquicom, Video Systems, Wärtsilä Italia. In aggiunta a queste aziende, aderisce al progetto anche anche Kilometro Rosso, che intende portare valore alle imprese del proprio distretto innovativo. “L’adesione al Cluster è per noi un passaggio naturale”, ha affermato Salvatore Majorana, direttore di Kilometro Rosso. “Il nostro Innovation District è da sempre attivo nella creazione di un sistema di relazioni tra ricerca e impresa, che permetta ai nostri partner di trovare risposte efficaci ai loro fabbisogni di innovazione, con una particolare attenzione ai sistemi industriali. Con il Cluster Fabbrica Intelligente riusciremo a portare maggior valore alle imprese che con noi ricercano soluzioni innovative per i loro prodotti e processi, affiancandole nella creazione di relazioni e nella ricerca dei necessari finanziamenti”. Le realtà che fanno parte del Cluster sono ora 310. Di queste, 271 operano nell’industria.

La storia del Cluster

Il Cluster Fabbrica Intelligente è nato nel 2012 da un bando del Ministero dell’Università e della Ricerca per la costituzione di cluster tecnologici in Italia, ed è diventato operativo nel 2014. Nel 2017 il Ministero dello sviluppo economico affida al Cluster il compito di supportare la selezione dei primi Lighthouse Plant, fabbriche eccellenti già operative e “pronte” a sviluppare un progetto articolato e innovativo per diventare smart factory, attraverso l’utilizzo delle tecnologie indirizzate dal Piano Industria 4.0 tra le quali big data, IoT e intelligenza artificiale, anche per abilitare nuovi modelli di business, l’integrazione della filiera e il coinvolgimento del mondo dell’Open Innovation. Ansaldo Energia, Tenova-Ori Martin, Abb e Hitachi Rail sono i primi quattro Lighthouse operativi. A loro se ne sono aggiunti, nel 2021, due: Hsd Mechatronics, del gruppo Biesse, prima media impresa italiana (circa 80 milioni di euro di giro d’affari) a entrare a far parte del Lighthouse Plant Club, e Opificio digitale, con sede a Trieste, nato a maggio, grazie all’impegno della capofila Wärtsilä Italia, azienda finlandese specializzata soprattutto nella fabbricazione di sistemi di propulsione e generazione d’energia per uso marino e centrali elettriche, e dei partner Cnr, Area Science Park ed Ey Teorema. Complessivamente i progetti delle Fabbriche Faro hanno generato un investimento di 110 milioni di euro, di cui 25 finanziati dal MISE e 10 dalle Regioni.

“Essere soci di Cfi consente di contribuire a scrivere il futuro della manifattura”, commenta Luca Manuelli, ceo Ansaldo Nucleare e presidente del Cluster Fabbrica Intelligente. “Due, su tutti, i motivi che spingono i nuovi soci ad aderire: dimensione e inclusività dell’ecosistema del Cluster, mondo di relazioni che favorisce il dialogo sull’evoluzione di tecnologie determinanti per lo sviluppo della manifattura; l’opportunità di partecipare a iniziative a favore di politiche industriali efficaci. In seno al Cluster coordiniamo processi importanti, tra i quali la definizione della Roadmap dell’Innovazione, che ha sia lo scopo di indirizzare le attività di ricerca e innovazione delle aziende manifatturiere, che proporre agli organi istituzionali, quali i Ministeri, i percorsi di approfondimento lungo i quali puntare con politiche industriali mirate”.

L’espansione del Cluster è anche di tipo “territoriale”: organizzazioni regionali già associate, come Comet dal Friuli Venezia Giulia, Sviluppo Umbria, Cluster Lucano Automotive (Basilicata), Hub Innovation Trentino, hanno ricevuto dalle rispettive Regioni la delega per rappresentarle in seno al Cluster, con l’obiettivo di portare a 11 il numero dei Cluster Regionali, una volta completato il processo di formalizzazione con Regioni e MUR. Entro il 2021 sarà possibile arrivare a 15, grazie alle iniziative avviate nelle Regioni Campania, Abruzzo, Lazio e Toscana.

Elettronica e Fabbrica Intelligente: l’adesione di Seco

“Stiamo valutando l’attività dei gruppi di lavoro per capire in quale di essi portare le nostre competenze, che sono attualmente molto diversificate”, dice Gianluca Venere, chief innovation officer di Seco, i cui prodotti spaziano dai computer miniaturizzati a sistemi integrati hardware-software per mercati finali.“Dobbiamo capire in quali ambiti possiamo essere più utili. Facciamo elettronica embedded per il medicale, i trasporti, la Difesa, l’industria manifatturiera. Colleghiamo Mes, Erp, e digital twin della fabbrica. Negli anni abbiamo esteso le nostre competenze realizzando microcontroller Edge dotati di AI embedded, e soprattutto la piattaforma Clea, che integra intelligenza artificiale, IoT, cloud computing e Big Data analysis. È una soluzione completa, che consente all’azienda che la utilizza di ridurre il time-to-market (nella fabbricazione e nel rilascio dei prodotti) e di raggiungere più agevolmente i propri Kpi“.


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