Aerospazio e satellitare: l’Italia nell’orbita di un settore in espansione

Oltre a rappresentare un volano per l’innovazione, l’industria dello spazio vede il nostro Paese al sesto posto nel mondo per investimenti in rapporto al Pil. Tra i tanti attori che gravitano attorno al settore, i fornitori e distributori di elettronica stanno dimostrando una grande capacità di rispondere alle sfide tecnologiche e cogliere, così, nuove opportunità di crescita.

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aerospazio satellitare

di Virna Bottarelli

ExoMars, Moonlight, Vega, Future EO. Non sono i protagonisti di una serie di fantascienza, ma i nomi di alcuni programmi spaziali ai quali sta contribuendo anche l’Italia. Di questi, e altri progetti, si è parlato all’ultimo Consiglio ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea, tenutosi a Parigi lo scorso novembre. L’Italia è il terzo contributore dell’Agenzia, appena dopo la Francia, e il primo per i programmi opzionali. L’impegno economico del nostro Paese nello spazio è superiore ai tre miliardi di euro per i prossimi cinque anni e rappresenta circa il 18,2% del contributo globale dei 22 Stati Membri (16,9 miliardi di euro).

Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, presente a Parigi, ha dichiarato: “La strategia di investimento adottata dall’Italia è stata orientata a un consolidamento del posizionamento complessivo nazionale in Europa e a un incremento delle opportunità per l’Italia per competere nei settori a forte crescita dello spazio, quali, tra l’altro, l’Osservazione della Terra, l’Esplorazione umana e robotica, il Trasporto spaziale”. L’Agenzia Spaziale Italiana dà anche il suo patrocinio, insieme ad altri enti nazionali e internazionali, al New Space Economy European Forum, appuntamento annuale organizzato da Fiera Roma e Fondazione E. Amaldi, la cui quarta edizione si è tenuta a Roma dall’1 al 3 dicembre. Alberto Tuozzi, presidente della Fondazione, ha detto: “La Space Economy è uno dei settori più promettenti di sviluppo socioeconomico a livello globale nei prossimi decenni. A riguardo, un report di Morgan Stanley prevede che il settore raggiungerà la dimensione di mille miliardi di dollari nei prossimi anni. In un settore globale sempre più competitivo, diviene fonda- mentale per l’Italia investire su innovazione, tecnologia e sostenibilità per mantenere un ruolo di primo piano nel campo della Space Economy”. Il 16 dicembre si è celebrata anche la seconda edizione della “Giornata Nazionale dello Spazio”, istituita nel 2021 dal Governo italiano per sensibilizzare e informare i cittadini sui contributi che la scienza e la tecnologia applicate allo spazio portano al miglioramento della condizione umana. La data non è casuale: è stata scelta per ricordare il lancio, nel 1964, del primo satellite italiano, il San Marco.

Lo spazio, così lontano, così vicino

La ricerca spaziale, per quanto possa sembrare fine a sé stessa al comune cittadino, ha delle implicazioni terrene molto concrete e proprio di questo si è parlato al New Space Economy European Forum. All’evento di Roma si è infatti messo in evidenza come essa possa avere un effetto dirompente, e spesso risolutivo, sulla Terra, soprattutto dal punto di vista della salvaguardia e gestione ottimale delle risorse: ad esempio, lo studio della vita nello spazio porta allo sviluppo di tecnologie abilitanti per l’economia circolare, così come le condizioni di microgravità offrono l’ambiente ideale per una rivoluzione anche nel campo della biologia, con effetti potenzialmente rivoluzionari nella medicina, come lo sviluppo nello spazio di organoidi, che ha ricadute specifiche nel settore dell’immunologia. Altri temi di approfondimento hanno riguardato la messa a disposizione della grande mole di dati relativa al monitoraggio della Terra, per la quale sarà determinante l’Intelligenza Artificiale, e la tutela della fruibilità delle orbite basse in considerazione del proliferare di costellazioni private con decine di migliaia di satelliti. Rodolfo Guzzi, Chair della Conference NSE 2022, precisa che “l’interesse delle istituzioni verso lo spazio si sta traducendo in investimenti importanti e sta crescendo un mercato di applicazioni e prodotti che entreranno sempre più nella nostra vita, cambiandola e migliorandola, già nel prossimo quinquennio”.

Le tecnologie satellitari sono anche tra i driver rilevanti per raggiungere i 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite: esse permettono, ad esempio, di realizzare mappe di copertura del suolo per sviluppare modelli climatici o immagini multispettrali e radar per costruire modelli predittivi sulla deforestazione. O, ancora di creare mappe di suscettibilità sulle zone a rischio frane, monitorare i livelli di inquinamento o le dune nel deserto. Il tutto, con implicazioni economiche interessanti, se è vero che la riduzione delle barriere di accesso allo spazio, la miniaturizzazione dei satelliti, l’abbassamento dei costi di lancio e regolamentazioni meno stringenti hanno portato negli ultimi anni alla nascita di diverse startup. Nel 2021, a livello mondiale, queste realtà hanno raccolto 12,3 miliardi di euro di finanziamenti. E sempre in tema di finanziamenti, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia per lo Spazio 1,49 miliardi di euro, risorse che copriranno solo una quota degli investimenti per alcune linee di intervento: SatCom, Osservazione della Terra, Space factory, Accesso allo Spazio, In-orbit economy e Downstream. “Abbiamo avuto la conferma dell’importanza che lo Spazio riveste nella società moderna come promotore di crescita economica e strumento prezioso per la protezione del nostro Pianeta e dell’orbita cir- costante”, ha commentato Saccoccia a margine dell’NSE Forum. “I lavori del congresso e l’importante partecipazione di operatori e imprese, del settore e non solo, aprono la via a nuove iniziative che vedranno lo spazio sempre più protagonista, in Italia e nel mondo, nella realizzazione di un futuro più sostenibile per le prossime generazioni”.

Sostenibilità, quindi, che può andare di pari passo con lo sviluppo di un mercato importante per il nostro Paese, come ha sottolineato Fabio Casasoli, amministratore unico di Fiera Roma: “L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo che possiede l’intera filiera che porta allo spazio e si distingue per qualità, precisione e innovazione. Siamo secondi al mondo per incidenza di ricerca e sviluppo, quarti per l’export, quinti per brevetti depositati, settimi per budget di spesa pubblica in rapporto al Pil e vantiamo oltre 280 piccole e giovani imprese, ultra-specializzate”.


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