Da RS Italia un’indagine sul procurement dei materiali indiretti

RS Italia e ADACI, l’Associazione Italiana Acquisti e Supply Management, in collaborazione con l'Università Europea di Roma hanno realizzato una ricerca sul procurement dei materiali indiretti, dal titolo “Mantenere il controllo mentre la pressione aumenta”

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RS ricerca procurement

RS Italia e ADACI, l’Associazione Italiana Acquisti e Supply Management, in collaborazione con l’Università Europea di Roma hanno realizzato la prima ricerca italiana sul procurement dei materiali indiretti “Maintenance, Repair, Operations”.  L’indagine si colloca in uno scenario particolarmente sfidante per le imprese italiane. La pandemia di Covid-19 ha ridisegnato le logiche di scambio su base globale, la crisi geopolitica ha modificato la percezione del futuro e la tecnologia sta ridisegnando anche le relazioni inter-organizzative. Non a caso la ricerca è stata intitolata “Mantenere il controllo mentre la pressione aumenta”, un’espressione che sottolinea  l’impegno degli operatori del Procurement in un mondo sempre più complesso.

RS ricerca procurement“Le categorie merceologiche analizzate nell’indagine tagliano trasversalmente molteplici settori industriali e di servizi e la tipologia di acquisti MRO è analizzata attraverso molteplici prospettive, utili a definire trend e best practice ma anche criticità e vulnerabilità condivise”, spiega Emanuela Delbufalo, Preside della Facoltà di Economia dell’Università Europea di Roma e Professore Ordinario di Operations & Supply Chain Management. “Dai risultati emerge un quadro complesso e articolato di fabbisogni e metodologie con, in controluce, la complessità del fenomeno e l’impatto che l’incertezza gioca sulla sua evoluzione”.

I risultati della ricerca

Le imprese sono sottoposte a forti pressioni e per assicurare continuità del business e sviluppo organizzativo, si muovono in un quadro complesso e articolato di fabbisogni e metodologie.  Come superare le criticità e, allo stesso tempo, assicurare il controllo dei costi d’acquisto? Le strategie sono diverse: ottimizzare il numero dei fornitori, gestire le informazioni attraverso nuove modalità, innovare e digitalizzare i processi di comunicazione tra clienti interni e clienti esterni, prestare maggiore attenzione alla sostenibilità. I vantaggi sono molteplici (risparmio di denaro e incremento dell’efficienza nei flussi d’acquisto) ma la strada è disseminata di ostacoli.

La ricerca scatta una fotografia del panorama italiano, indagando le prassi più comuni e le criticità condivise in tema di sostenibilità, digitalizzazione, esternalizzazione e gestione dei fornitori da parte delle aziende italiane. I dati sono stati raccolti tra Maggio e Agosto 2022 attraverso una survey telematica somministrata al database dei soci ADACI e dei clienti RS, senza alcuna clusterizzazione settoriale né geografica. 121 il numero di risposte validamente raccolte ed elaborate.

Dalle risposte raccolte, emerge come l’ufficio acquisti subisca la pressione dei clienti interni e non riesca a imporsi per standardizzare i processi, definire le procedure e scegliere i fornitori migliori per l’MRO. La raccolta dei fabbisogni risulta, dunque, eterogenea: molte aziende non sono strutturate, e, soprattutto, nel caso del procurement di MRO, decidono di ingrandire i propri stock o di comprare al bisogno. Di conseguenza, il tasso di acquisti al bisogno e in emergenza è altissimo e produce una falsa percezione di controllo della catena degli acquisti: il 55% dei rispondenti afferma di inviare richieste spot ai fornitori con medio-alta frequenza. In contesti ad alta incertezza le imprese sentono quindi la pressione al cambiamento e alla revisione delle procedure di acquisto. In particolare, il 22,6% del campione intende procedere anche ad una razionalizzazione del numero dei fornitori (per semplificare il controllo della spesa ed il monitoraggio delle prestazioni) e il 18,9% delle imprese intervistate dichiara di voler aumentare l’efficienza degli acquisti MRO con nuove procedure operative.

L’incapacità di quantificare ex-ante i fabbisogni di materiali indiretti impedisce al 28,4% delle imprese italiane di consolidare con sistematicità le esigenze e di ridurre l’efficienza dei processi di acquisto. In generale, tra le imprese analizzate non risultano né un’approfondita pianificazione né una sensibilità radicata in merito all’approvvigionamento dei materiali indiretti e, in particolare, di MRO.  Se da un lato l’ufficio acquisti fatica ad assumere un ruolo centrale nei confronti di clienti interni ed esterni, dall’altro i responsabili della gestione degli stock MRO si trovano a dover fare di più con budget inferiori, senza perdere di vista gli obiettivi di sostenibilità, efficienza e innovazione.

Foto_Comella_RS ItaliaCome ha sottolineato Diego Comella, Managing Director di RS Italia, in occasione della presentazione della ricerca, a Milano, lo scorso 10 novembre: “La pandemia di Covid-19 ha ridisegnato le logiche di approvvigionamento e di scambio su base globale, spingendo le imprese, incluse quelle italiane, ad abbracciare un cambiamento trasversale. Il ruolo dei professionisti del procurement è diventato centrale: un maggiore controllo delle comunicazioni con gli interlocutori interni ed esterni all’azienda e una migliore quantificazione dei fabbisogni MRO sono elementi indispensabili per garantire l’efficienza dell’intero processo. In tal senso, la tecnologia è oggi un supporto fondamentale per garantire la sostenibilità di tutta la catena di fornitura, la razionalizzazione dell’approvvigionamento e il raggiungimento di significativi obiettivi di riduzione dei costi e dell’uso di materie prime. Affidarsi a un unico fornitore, come RS, porta certamente vantaggi significativi – che si tratti di ridurre i costi o di consentire alle imprese di occuparsi di attività direttamente connesse al business. L’inflazione, l’aumento dei costi e l’identificazione dei fattori di rischio nelle catene di fornitura saranno le sfide da superare. Sono certo che i risultati della prossima edizione di questa ricerca testimonieranno il successo del nostro impegno”. 

Foto_Santini_AdaciInteressante anche la considerazione del presidente di ADACI, Fabrizio Santini: “Durante gli ultimi tre anni si è assistito alla tempesta perfetta dove, di fronte ad aumenti stratosferici del costo delle materie prime e a problemi distributivi ed all’incertezza delle previsioni di mercato, si è compreso che per le risorse umane impiegate in azienda erano necessarie specializzazioni adatte alle nuove ed inaspettate esigenze. Tra le tante difficoltà – dal reperimento della merce al monitoraggio della catena di approvvigionamento, dalla gestione degli inventari alla soddisfazione delle aspettative dei clienti – è mancata, in particolare, la capacità aziendale di prevedere e gestire gli imprevisti reagendo in tempi e modi adeguati alla propria salvaguardia del business. Le direzioni aziendali si sono accorte che i supply manager/CPO sono figure essenziali, perché la profittabilità si gioca spesso nella catena di fornitura e distribuzione. Per superare questo momento complesso e per essere in grado di promuovere soluzioni innovative nell’ottica della Value Analysis-Value Engineering (VA-VE) servono conoscenza, creatività, tenacia e resilienza. Per questo ADACI cerca di essere vicino al professionista del procurement per farlo crescere in conoscenze, competenze ed abilità attraverso network, convegni e corsi di formazione per ottenere attestazioni/qualifiche/certificazioni professionali come la Q2P ai sensi della legge 4/2013”. 


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