Dati Istat: nel 2021 ripresa, sì, ma quante incognite

A inizio dicembre Istat ha rilasciato il documento “Le prospettive per l’economia italiana nel 2020-2021”, un rapporto che indica per il 2020 una chiusura in flessione dopo gli spiragli di miglioramento del terzo trimestre e per il 2021 una ripresa condizionata da elementi ancora in divenire

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Istat Ripresa 2021 Italia

di Virna Bottarelli |

I dati principali sull’economia italiana che emergono dal rapporto Istat pubblicato il 3 dicembre e intitolato “Le prospettive per l’economia italiana nel 2020-2021” indicano Una contrazione di quasi il 9% del Pil nel 2020 e una ripresa parziale del +4% nel 2021. Il quadro previsionale è fortemente condizionato dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria e dalla disponibilità e dalle tempistiche di somministrazione del vaccino anti Covid19. Non meno importante è la definizione delle misure legate al Recovery and Resilience Facility Program, che potrebbero rappresentare uno stimolo agli investimenti.

Il quadro internazionale

Dopo la decisa ripresa dei ritmi produttivi e degli scambi commerciali durante i mesi estivi, le nuove misure di contenimento dei contagi adottate in autunno potrebbero aver inciso negativamente sulle prospettive per il quarto trimestre (i dati sull’andamento dell’economia italiana nei mesi di novembre e dicembre sono rilasciati il 13 gennaio, mentre una stima preliminare del Pil sulla base del IV Trimestre 2020 sarà pubblicata il 2 febbraio ndr). La Commissione europea per il 2020 prevede una decisa flessione (-10,2%) delle importazioni di beni e servizi in volume e una riduzione del Pil globale in termini reali (-4,3% dal +2,9% nel 2019), a sintesi di andamenti eterogenei tra aree e paesi: i mercati emergenti e in via di sviluppo dovrebbero aver segnato una performance meno negativa rispetto a quella dei paesi avanzati e conoscere una ripresa più robusta per il 2021. Nell’area euro, il Pil nel terzo trimestre ha segnato un marcato rimbalzo congiunturale (+12,6% dopo il -11,8% del trimestre precedente). Nel dettaglio nazionale, il Pil tedesco è cresciuto dell’8,5% (-9,8% in T2), quello francese del 18,7% (-13,8% in T2) e quello spagnolo del 16,7% (-17,8% in T2).

Le misure di contenimento dell’epidemia hanno determinato una fortissima contrazione della domanda e della quotazione del petrolio, con un picco negativo ad aprile (18,5 dollari al barile) e una successiva fase di progressivo recupero, seppure su livelli storicamente bassi. Il prezzo del Brent (riferimento mondiale per il mercato petrolifero, ndr), che nella media del 2019 è stato pari a 64,3 dollari al barile, è previsto attestarsi nel 2021 a 41 dollari al barile.

Le recenti previsioni di autunno della Commissione europea evidenziano per l’area dell’euro il deciso calo del Pil per quest’anno (-7,8%) mentre per il 2021 si prevede un rimbalzo (+4,2%) che risulterà ancora condizionato dagli effetti della diffusione del virus e delle relative misure di contenimento. La ripresa dei ritmi produttivi e dei consumi appare quindi legata ai tempi necessari alla diffusione del vaccino e all’implementazione delle azioni legate al Recovery and Resilience Facility Program.

Le previsioni per l’Italia

Nel terzo trimestre il Pil italiano, analogamente a quello dei principali Paesi europei, ha segnato una marcata ripresa (+15,9% rispetto al trimestre precedente), diffusa a tutti i principali settori economici. Il rimbalzo del valore aggiunto rispetto ai tre mesi precedenti ha assunto intensità elevate nell’industria in senso stretto (+30,4%) e nelle costruzioni (+45,9%), con risultati ampiamente positivi anche nel commercio, trasporto, alloggio e ristorazione (+25,6%). Il miglioramento dei ritmi produttivi non ha comunque permesso il recupero dei livelli pre-crisi. L’eterogeneità degli andamenti settoriali, in parte legati alle misure di contenimento sociale e ai primi impatti dei provvedimenti del Governo, si è manifestata anche negli ultimi mesi dell’anno. A novembre l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere ha segnato un deciso peggioramento (circa 10 punti in meno rispetto a ottobre), legato all’incisivo mutamento delle attese sugli ordini, la produzione e l’economia. Le informazioni disponibili ad oggi (dicembre 2020, ndr) per il quarto trimestre indicano una diminuzione congiunturale del Pil e una ripresa dei ritmi produttivi a partire dai primi mesi del 2021, come conseguenza del progressivo rilascio delle misure di contenimento. Per l’anno appena iniziato si prevede un Pil in aumento del 4%, sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (per 3,8 punti percentuali) e dalla domanda estera netta (per 0,3 punti percentuali).

Difficile la ripartenza degli investimenti

La caduta della produzione che ha caratterizzato tutti i Paesi europei ha determinato una netta flessione degli investimenti. In Italia, la forte crescita registrata nel terzo trimestre dagli investimenti (+31,3%), trainati dal marcato recupero di quelli nel settore delle costruzioni (+45,1%), non ha comunque compensato le perdite subite nei mesi precedenti. Il processo di accumulazione di capitale nei primi tre trimestri del 2020 ha registrato una decisa contrazione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-9,8%), con una caduta più accentuata negli impianti, macchinari e armamenti (-14,5%) rispetto alle costruzioni (-9,8%), mentre gli investimenti in prodotti della proprietà intellettuale (ricerca e sviluppo e software) appaiono meno condizionati dall’evoluzione del ciclo economico (+0,6%).  L’aumento dell’incertezza e le aspettative future negative sui livelli di produzione hanno costretto le imprese a rivedere i propri piani di spesa in presenza di un basso grado di utilizzo degli impianti (68,4% la media del secondo e terzo trimestre 2020, in calo rispetto al 77% del 2019). Le difficoltà di finanziamento, seppure mitigate dai provvedimenti governativi, hanno costituito un ulteriore freno alle decisioni di investimento. Nei prossimi mesi, la ripresa degli investimenti da parte delle imprese appare condizionata dalle scelte delle misure del Governo: un deciso sostegno agli investimenti sia privati sia pubblici è atteso dalla definizione delle scelte legate al Recovery and Resilience Facility Program. In questo contesto, si prevede che il 2020 chiuda con una riduzione degli investimenti lordi fissi (-10,1), seguita quest’anno da una ripresa (+6,2%).


L’articolo integrale è pubblicato sul numero 6 di Elettronica AV

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