Dati Dmass: tante incertezze per la distribuzione europea

La domanda debole, i problemi macroeconomici e le prime preoccupazioni per il Covid-19 hanno portato a una performance poco brillante del mercato dei componenti. Nel primo trimestre del 2020 la distribuzione di semiconduttori registra in Europa un calo dell’11,7%

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Dmass dati

di Laura Reggiani |

La domanda già debole di fine 2019 e le incertezze economiche generali già da tempo concrete hanno creato una base perfetta per un debole inizio del 2020, su cui si è innestato l’inatteso impatto della pandemia da Covid-19.

In questo panorama, il mercato europeo dei componenti elettronici e, di conseguenza, i distributori di chip, non hanno trovato la scintilla per innescare un trend di crescita. Secondo le stime di Dmass, l’associazione che riunisce i fornitori di semiconduttori in Europa, le vendite nel mercato europeo della distribuzione di semiconduttori hanno raggiunto i 2,19 miliardi di euro, riportando un calo sullo stesso trimestre dell’anno precedente dell’11,7%.

Georg Steinberger, presidente di Dmass, ha commentato: “Le previsioni sono sempre difficili e in questo momento lo sono ancora di più. Ci era chiaro che il primo trimestre del 2020 non avrebbe potuto rappresentare un quarter da record, ma pensavamo che potesse essere la fine di un ciclo discendente. Il Covid-19 non solo ha minacciato la salute delle persone in tutto il mondo, ma ha anche creato una situazione in cui le economie soffriranno per lungo tempo. Il blocco produttivo in molti Paesi e il rallentamento della produzione industriale in altri, sta colpendo in modo piuttosto grave l’industria elettronica, che subirà l’impatto maggiore nei prossimi trimestri. Tra le conseguenze del Coronavirus vi è anche la distorsione della visibilità nella catena di approvvigionamento; questo rende difficile prevedere ciò di cui l’industria potrebbe aver bisogno nei prossimi trimestri”.

I Paesi nordici l’area più critica secondo i dati Dmass

A livello geografico, i risultati nel primo trimestre del 2020 sono piuttosto diversi. Mentre Francia, Regno Unito, Nordic e Benelux hanno evidenziato un calo superiore alla media, la Germania si è tenuta in media e l’Europa orientale ha performato bene. Le vendite della distribuzione del Regno Unito si sono attestate a 129 milioni di euro (-19,4%), quelle della Germania a 646 milioni di euro (-11,8%), quella della Francia a 140 milioni di euro (-17,7%), l’Italia a 203 milioni di euro (-6,5%), Nordic a 154 milioni di euro (-38%) e l’Europa orientale a 389 milioni di euro (-4%). Georg Steinberger: “La Germania rimane in media, l’Europa orientale guadagna terreno, l’Europa meridionale sorprendentemente resiste e il resto è in difficoltà. Il 2020 è ancora tutto da giocare, e potrebbero anche esserci effetti sorprendenti. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che alcuni Dtam sono stati trasformati in attività dirette dai produttori, fortemente visibili nei numeri nordici”.

Perdono le commodities

Per quanto riguarda i prodotti, la notizia positiva è che alcune aree di prodotto (logiche programmabili, opto, microcontrollori e logiche avanzate) non sono state colpite in modo così grave, mentre altre (discreti, analogici, memorie e logiche standard) ne hanno risentito maggiormente. I circuiti integrati analogici, categoria dominante, sono diminuiti del 12,2% a 647 milioni di euro, Mos Micro del 9,9% a 427 milioni di euro, i dispositivi di potenza del 10,3% a 247 milioni di euro, gli opto del 6,3% a 202 milioni di euro, le memorie del 18,2% a 186 milioni di euro, le logiche programmabili del 6,2% a 155 milioni di euro, quelle avanzate dell’8,6% a 119 milioni di euro e, infine, i discreti del 24,9% a 114 milioni di euro. Georg Steinberger: “L’unica indicazione possibile alla luce dei numeri del primo quarter è di una leggera tendenza che vede i prodotti commodities più in difficoltà rispetto ai prodotti più complessi, che invece tengono meglio. Significativo anche che i microcontrollori abbiano performato meglio dei microprocessori o dei Dsp”.

Verso un’innovazione sostenibile

Per quanto riguarda il 2020, Steinberger smorza il suo precedente ottimismo: “All’inizio della crisi, era l’interruzione della produzione in Asia a destare preoccupazione, ora è l’altra estremità della catena di approvvigionamento: i clienti e le loro incertezze. La perdita di visibilità sia dal lato cliente che da parte del fornitore porterà senza dubbio diverse difficoltà. Mentre i Governi provano a salvare l’economia, sarebbe utile da parte nostra guardare all’innovazione più che mai necessaria delle infrastrutture pubbliche per una base più sostenibile, che a sua volta potrebbe portare a una crescita di tutta l’industria digitale”.


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