Verso la guida autonoma  

Sergio Savaresi, Politecnico di Milano: “Sulle nostre strade avremo da un lato i robo-taxi, veicoli autonomi di tipo puramente funzionale, e dall’altro una piccola nicchia di auto emozionali, di proprietà privata, sicuramente non a guida autonoma, che soddisferanno essenzialmente il piacere della guida o del possesso di un veicolo”

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Sergio Savaresi Polimi guida autonoma

di Virna Bottarelli |

La mobilità intelligente è l’ultima frontiera dell’elettronica per l’automotive anche nel nostro Paese, come rivelano i dati dell’Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano, ma in futuro a rubare la scena saranno i sistemi di guida autonoma. Come spiegano gli esperti dell’Osservatorio, nei prossimi anni, con il crescere dell’e-commerce e delle consegne a domicilio, il sistema dei trasporti di beni di consumo subirà una profonda trasformazione tecnologica e la guida autonoma avrà un impatto rilevante proprio nel comparto dei veicoli per la catena logistica. Anche secondo Sergio Savaresi, Professore Ordinario di Ingegneria dell’Automazione del Politecnico di Milano e uno dei massimi esperti internazionali di guida autonoma, saranno questi mezzi di trasporto a implementare, per primi, in modo massiccio, “forme ibride di guida, parzialmente autonoma e parzialmente remota, appoggiandosi alla rete 5G sia per la trasmissione dati che per la localizzazione ed eventuale potenza di calcolo offerta dalla rete stessa”.

Savaresi traccia anche un nuovo paradigma della mobilità: “Sulle nostre strade avremo da un lato i robo-taxi, veicoli autonomi di tipo puramente funzionale, e dall’altro una piccola nicchia di auto emozionali, di proprietà privata, sicuramente non a guida autonoma, che soddisferanno essenzialmente il piacere della guida o del possesso di un veicolo”. Questa transizione avrà un importantissimo effetto di efficientamento della mobilità, perché dai 40 milioni di automobili oggi circolanti in Italia passeremo, secondo Savaresi, a quattro, cinque milioni di vetture. Le case automobilistiche produrranno meno veicoli, ma con un crescente contenuto hi-tech. Quanto sarà importante, allora, contenere i costi di produzione e realizzare veicoli sempre più accessibili in termini di prezzo? L’abbassamento della numerosità dei veicoli sarà legato al passaggio verso un modello di servizio, perciò, il concetto di accessibilità dell’autoveicolo diventa abbastanza relativo, perché l’obiettivo principale non sarà più vendere auto”, spiega Savaresi.  “Avremo un mercato con numeri più piccoli, ma con un valore singolo del veicolo più alto, perché includerà tutti quei servizi che ruoteranno attorno a esso. Saranno i servizi a fare la differenza e a determinare la competizione tra le case automobilistiche”.

Ma a che punto siamo nel percorso verso l’auto autonoma? I livelli di automazione sono cinque e oggi ci troviamo quasi al livello 3, quello cosiddetto dell’automazione condizionale, in cui il sistema controlla lo sterzo e l’accelerazione monitorando anche l’ambiente di guida, ma richiede ancora un conducente umano per eseguire determinate attività. “Il passaggio di responsabilità della guida, tra pilota automatico e conducente, sarà il prossimo passaggio epocale”, spiega Savaresi. “Da lì in poi, vi sarà un lungo cammino, di almeno altri dieci, quindici anni, verso i livelli 4 e 5, ossia verso un’auto completamente autonoma, che non avrà volante né pedali, nella quale la guida di un umano sarà totalmente replicata dalla tecnologia. Ad oggi ci sono già veicoli di livello 4 che circolano in via sperimentale: è il caso di una flotta di taxi a San Francisco, che circola in orari notturni e in zone circoscritte del centro città”.


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