Ice Agenzia: l’Italia tiene nel commercio estero

Le esportazioni italiane sono aumentate del 18,2% nel 2021 e del 22,4% nel primo semestre 2022. Si tratta secondo Agenzia ICE di un trend positivo, messo però alla prova dal conflitto Russia-Ucraina e dalle spinte inflattive che pongono nuove sfide alle imprese italiane.

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ICE Agenzia

di Laura Reggiani |

La XXXVI edizione del Rapporto sul commercio estero “L’Italia nell’economia internazionale”, presentata lo scorso settembre dal Presidente di ICE Agenzia Carlo Ferro e dal Direttore delle statistiche economiche dell’Istat Fabio Rapiti, rivela che, nonostante la particolare congiuntura economica internazionale, le imprese esportatrici italiane hanno saputo reagire al post pandemia, facendo registrare per l’Italia nel 2021 tassi di crescita dell’export più sostenuti di quelli di altre grandi economie.

Nuove sfide per le imprese italiane

La pandemia ha impresso un’ulteriore accelerazione ad alcuni trend che erano già in atto: i processi di digitalizzazione, lo spostamento della domanda mondiale verso l’Asia, la salute e la sostenibilità al centro dei consumi delle nuove generazioni. Ma ha anche messo le imprese di fronte a nuove sfide: le strozzature di alcune supply chain, la ridotta capacità della logistica internazionale e, soprattutto, l’inflazione e la conseguente stretta avviata sui mercati monetari e, soprattutto, le difficoltà di approvvigionamento e il prezzo del gas. Il conflitto seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta esasperando le spinte inflattive e sta generando ulteriori tensioni nelle catene globali del valore, particolarmente per le produzioni energivore. Gli effetti sul commercio estero del nostro Paese riguardano prevalentemente le importazioni da Russia e Ucraina, Paesi fornitori di materie prime energetiche, materie prime e componenti specifici ad alcune filiere. Nonostante questo, le imprese esportatrici italiane hanno reagito prontamente durante e dopo la pandemia, facendo registrare per l’Italia tassi di crescita dell’export più sostenuti di quelli di altre grandi economie comparabili. Se già alla fine del 2021 l’export italiano aveva superato del 7,5% i livelli precedenti al Covid con una crescita del 18,2% sul 2020, nei primi sei mesi del 2022 si è registrata un’ulteriore crescita tendenziale del 22,4% sullo stesso periodo del 2021. Certo, occorre leggere i dati tenendo conto dell’inflazione che, dopo 36 anni, è tornata ad essere una variabile in grado di condizionare l’evoluzione dell’economia globale. Sotto questa luce, vediamo che la “componente prezzo” incide per circa 20 punti sul +22,4% delle esportazioni nei primi sei mesi dell’anno. I prezzi delle materie energetiche contribuiscono al forte rialzo del valore delle importazioni e si riflettono sul deterioramento dell’avanzo commerciale. Comunque, anche in volume l’export italiano continua a crescere.

Bene la prima parte del 2022

La crescita tendenziale nei primi 5 mesi di quest’anno riguarda quasi tutti i settori e, per molti, è largamente positiva anche sul 2019: i prodotti alimentari e bevande (+18,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e, addirittura, +31,2% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti del settore dei metalli (+29,2% sullo stesso periodo del 2021 e +44,5% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti chimici (+28,5% e +38,2% a pari periodo sul 2019) e degli apparecchi elettrici (+16,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +24,9% sul 2019). Considerando l’andamento dell’export nel primo semestre di quest’anno, è verso la Turchia che le esportazioni italiane hanno registrato la maggior crescita (38,5% rispetto allo stesso periodo del 2021), seguita da Belgio (+32,7%), Stati Uniti (+31,3%), Spagna (29,1%), Austria (+24,8%), Romania e Paesi Bassi (+23%), Regno Unito (+20,8%) e Francia (+20%). Solo per la Russia (-17,6%), a seguito del conflitto in Ucraina, si registra una sostanziale flessione. Il valore doganale delle esportazioni di beni e servizi dell’Italia, nel 2021, è stato di 581 miliardi di euro e ha rappresentato il 32% del Pil del Paese (nel 2020 era il 30,2%). Infine, la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di beni nel 2021 (2,71%) è leggermente inferiore rispetto all’anno precedente (2,82%).

Le previsioni sul commercio mondiale

Alla luce del conflitto russo-ucraino, ICE e Prometeia hanno rivisto e pubblicato a luglio il loro rapporto sull’evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori: ne emerge una stima di crescita del commercio mondiale di beni e servizi in volume del 4,1% nel 2022 e del 3,2% nel 2023. Anche se i tassi di incremento sono ben inferiori a quelli che erano stati ipotizzati a inizio febbraio, restano prospettive di crescita nel breve-medio periodo e le imprese italiane hanno il potenziale per poterle cogliere. Dal punto di vista geografico, gli incrementi più elevati sono attesi per l’Asia centrale (+15,5% nel 2023/2021), l’Africa settentrionale (+9,2%), l’Asia orientale (+9%), l’America centro-meridionale (+8,8%) e il Medio Oriente (+8,7%).

Le azioni di ICE Agenzia a sostegno delle imprese

L’impatto sull’export del conflitto russo-ucraino è oggetto di attenzione e per questo il Maeci e ICE Agenzia hanno messo in campo nuovi strumenti di supporto alle imprese per favorire la diversificazione degli sbocchi di mercato e l’apertura di nuove fonti di approvvigionamento di materie e componenti. Già prima del conflitto, nel quadro dell’azione di sistema coordinata dal Maeci e del “Patto per l’export”, ICE dal 2019 ha messo in atto 20 nuove azioni, rivolte ad ammodernare e rendere più fruibili i suoi servizi alle imprese; ha modulato durante la pandemia e accelerato dopo la pandemia le attività di servizio più tradizionali (fiere in Italia e all’estero e formazione) e ha rafforzato la propria organizzazione con nuovi concorsi per funzionari e dirigenti e l’ampliamento della rete estera. Queste azioni si traducono in un incremento di 1,55 volte delle imprese servite e di 2,79 volte dei servizi di assistenza erogati alle imprese.

“In un contesto particolarmente difficile per l’economia del nostro Paese, l’export continua la sua crescita e lo dicono i dati. Questi numeri, tuttavia, vanno letti con la consapevolezza del ritorno dell’inflazione come problema strutturale dell’economia globale”, afferma Carlo Ferro, Presidente di ICE Agenzia. “In questo scenario, esasperato anche dal conflitto russo-ucraino che genera tensioni sulle catene globali, contribuendo a ridisegnare il concetto di globalizzazione, il Made in Italy ha recuperato e continua a crescere più velocemente rispetto alle altre economie a noi comparabili, grazie anche, e soprattutto, al significativo contributo delle imprenditrici e degli imprenditori italiani, che sanno fare prodotti eccellenti. Oggi la domanda per le imprese, sia domestica sia dai mercati esteri, continua a essere essenzialmente forte. Dobbiamo però evitare che fattori esterni di prezzo e di disponibilità di materie, in particolare quelle energetiche, condizionino la capacità di risposta a questa domanda. Offrire e promuovere prodotti di eccellenza è l’unica soluzione che funziona in tutti gli scenari, anche quelli più difficili, per questo ICE Agenzia, come attore del Sistema Paese, è ancor più a fianco delle imprese, con 20 nuove azioni, per accompagnare la transizione digitale e sostenibile e aiutarle a vincere la sfida dei mercati”.

“Per le esportazioni, dopo la forte ripresa del 2021 e dopo cinque mesi di crescita nel 2022, a giugno si registra un calo congiunturale sia verso i paesi Ue sia verso i mercati extra Ue. Ma in complesso, nel secondo trimestre 2022, la dinamica congiunturale e su base annua si conferma tuttavia positiva sebbene in decelerazione”, commenta Fabio Rapiti, Direttore delle statistiche economiche dell’Istat. “Continua a suscitare preoccupazione l’aumento dei valori dell’import soprattutto di beni energetici e, in misura minore, dei beni intermedi. Il deficit energetico si amplia ulteriormente, per effetto dei forti rialzi dei valori medi unitari all’import di gas, greggio ed energia elettrica, e supera nei primi sei mesi dell’anno i 48 miliardi; nello stesso periodo il deficit commerciale sfiora i 13 miliardi, a fronte di un avanzo di quasi 29 miliardi dei primi sei mesi del 2021”.


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