I dispositivi smart? Piacciono se sono sicuri

Una nuova ricerca condotta da BVA Doxa per UL Solutions analizza in Italia le tendenze e la propensione d’acquisto di oggetti per la smart home e dispositivi smart personali

117
UL dispositivi Smart

UL Solutions ha presentato i risultati della ricerca “Smart home e dispositivi personali smart: il punto di vista dei consumatori italiani” realizzata in Italia in collaborazione con BVA Doxa. Lo studio è stato condotto a settembre su un campione di 1.000 soggetti in Italia ed esamina quattro categorie di prodotti per la smart home – gestione della casa ed entertainment, elettrodomestici, safety & security ed efficienza energetica – e quattro nell’ambito dei dispositivi personali smart – oggetti indossabili per il fitness, prodotti per il monitoraggio della salute in tempo reale, sistemi di monitoraggio dei bambini e device per l’assistenza e il controllo delle persone fragili.

Dall’indagine emerge che cresce l’adozione di prodotti consumer con funzionalità smart connessi a Internet: 8 italiani su 10 (77%) intervistati sono propensi all’acquisto di un dispositivo per la smart home entro i prossimi due anni, mentre 2 su 3 (67%) dichiarano di essere interessati a comprare almeno un oggetto smart personale nello stesso arco temporale.

Tra i criteri di scelta dei prodotti smart, gli intervistati hanno indicato ai primi posti come “molto importante”:

  • una comunicazione chiara e trasparente sui possibili rischi per la privacy o la salute (48%)
  • una app di gestione del dispositivo con ottime recensioni (45%)
  • certificazione del prodotto da parte di un ente indipendente (43%)

La certificazione qualificata, in particolare, convince di più rispetto alla fiducia nel brand (38%), al passaparola (36%) e al consiglio del venditore (20%).

Il sondaggio mette anche in luce i principali fattori che frenano l’adozione, tra i quali emergono infatti in particolare i timori legati alla sicurezza e ai rischi per la salute. Circa il 30% degli intervistati esprime almeno una paura legata alla sicurezza degli oggetti smart. Tra coloro che si dichiarano “molto preoccupati”, 1 su 3 teme fortemente possibili attacchi informatici e conseguenti rischi per la privacy, 1 su 4 è spaventato dalla possibilità che il proprio dispositivo smart possa essere hackerato e quindi controllato da terzi, e 1 su 5 teme in modo particolare i possibili effetti nocivi sulla salute dovuti alle emissioni di onde radio derivanti dall’utilizzo quotidiano degli oggetti smart.

La maggior parte degli utenti (60%) si dichiara soddisfatta delle app che gestiscono gli smart device, ma il restante 40% ritiene vi siano spazi di miglioramento in termini di qualità e funzionalità. “La diffusione degli smart device non può prescindere dalla progettazione di app ad alte prestazioni, intuitive e adatte alle esigenze di un pubblico molto ampio”, dichiara Francesco Marenoni, sales director del gruppo consumer, medical and information technologies di UL Solutions. “I produttori dovrebbero quindi mettere in atto un ascolto approfondito e sistematico delle istanze dei consumatori per un miglioramento continuo della user experience”.

I risultati della ricerca di UL Solutions mostrano anche i dubbi degli utenti e potenziali clienti, sia in termini di qualità dei dispositivi che di rischi per la privacy e la salute. Dice ancora Marenoni: “Il sondaggio mette in luce la necessità di rafforzare la percezione della sicurezza e dell’affidabilità degli oggetti smart per rassicurare il consumatore, aiutandolo così a superare la resistenza all’acquisto. Per contribuire alla crescita del mercato consumer dei dispositivi smart è inoltre importante comunicare più chiaramente i vantaggi che derivano dall’utilizzo degli smart device poiché, come dimostra l’indagine, non sempre la portata e il possibile impatto positivo sul quotidiano risultano evidenti”.

In questo contesto, la ricerca di UL Solutions condotta da BVA Doxa identifica alcune possibili aree di intervento e offre ai costruttori di dispositivi smart alcuni suggerimenti volti soprattutto ad aumentare la percezione di sicurezza dei prodotti come ad esempio:

  • includere test di certificazione indipendente nel ciclo di progettazione dei prodotti (hardware e software), sia in relazione alla sicurezza informatica, sia per garantire la non nocività o pericolosità dei dispositivi
  • sottolineare il valore della certificazione qualificata in tutta la comunicazione attorno al prodotto e al brand al fine di consentire al cliente di distinguere con facilità le marche che investono nella sicurezza e qualità del prodotto sulla base di un giudizio imparziale espresso da un ente terzo indipendente
  • garantire un aggiornamento continuo della app di controllo e gestione, in termini di sicurezza ma anche di funzionalità e usabilità attraverso l’ascolto delle istanze provenienti dagli utenti
  • aggiornare frequentemente il software installato sul prodotto durante l’intero ciclo di vita
  • fornire un servizio di assistenza clienti “amichevole” che, oltre ad intervenire in caso di guasto, possa aiutare l’utente ad installare e configurare correttamente il dispositivo, a beneficio della funzionalità e della sicurezza
  • formare gli utenti all’uso dei dispositivi attraverso la pubblicazione di manuali, tutorial, best practice da seguire per ottenere il massimo della funzionalità e della sicurezza
  • sensibilizzare i consumatori in merito ai temi della privacy e della sicurezza informatica mediante la promozione di eventi fisici, online e social dedicati ai rischi e a come tutelarsi

Potrebbe interessarti anche:

Elettronica per la telemedicina e gli indossabili

Anche in Italia la “Smart Home” trova casa

Articolo precedenteDarton celebra i suoi primi quarant’anni
Articolo successivoNuova generazione di robot mobili con moduli di potenza ad alta densità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui