Single Lighting Regulation: illuminazione eco-compatibile per legge

Le aziende italiane ed europee del settore illuminazione sono vincolate a normative precise per quanto riguarda l’eco-compatibilità dei loro prodotti

137
illuminazione UE pixabay

Il 1° settembre 2021 sono entrati in vigore i criteri stabiliti dal regolamento UE 2019/2020 relativo all’Ecodesign per il settore illuminazione, approvato il 17 dicembre 2018. Il Regolamento disciplina il settore illuminazione in termini di progettazione ecocompatibile e ha avuto il merito di integrare in un unico testo, il cosiddetto Single Lighting Regulation, tutti gli elementi della legislazione Ecodesign per i prodotti del settore illuminazione, che fino a quel momento erano contemplati da regolamenti diversi ed emendamenti agli stessi.

Proposito del legislatore europeo era semplificare le norme in modo da renderle meglio applicabili e da consentire alle autorità nazionali preposte di verificarne in modo più efficace la loro applicazione. Obiettivo di fondo del Regolamento era anche fare in modo che i prodotti europei fossero durevoli e innovativi e che per essi fosse possibile sempre effettuare interventi di riparazione e di sostituzione della sorgente luminosa. In particolare, sul requisito di “rimovibilità”, il Regolamento dispone che le sorgenti luminose (e le unità di alimentazione) devono essere accessibili e disponibili per effettuare i controlli da mercato, devono essere “smontabili” per garantire la riparabilità dell’apparecchio di illuminazione in caso di guasto di questi elementi e devono essere “sostituibili” per consentire l’eventuale aggiornamento/implementazione dell’apparecchio di illuminazione, laddove componenti più efficienti o comunque migliori siano disponibili in un prossimo futuro.

Missione compiuta? Stando ad alcuni commenti riportati dalla stessa Assil, il nuovo regolamento “presenta ancora qualche elemento di incertezza”, in particolare in merito alle definizioni di “light source” e “containing products” che, essendo piuttosto approssimative, determinerebbero dubbi interpretativi. In ogni caso, dallo scorso settembre tutti i prodotti in commercio devono rispettare i nuovi requisiti, tra cui una nuova Etichetta Energetica, ed essere registrati su un portale dedicato dell’Unione Europea con tutti i dettagli tecnici richiesti, accessibile tramite un QR Code univoco stampato sulla confezione del prodotto. Per quanto concerne l’etichettatura, le novità principali sono il ritorno a una classificazione compresa fra le lettere “G” ed “A” (dalla meno alla più efficiente), e le nuove disposizioni relative alle dimensioni e alla grafica “Lay-out” per le due tipologie di imballi: normali (min. 36×72 mm) di piccole dimensioni (min. 20×54 mm). Questo secondo aspetto implica ricadute anche sulla dimensione minima dell’imballaggio, con effetti sull’efficienza dei materiali usati per il packaging delle sorgenti luminose. Il QR Code, invece, consentirà agli utenti e alle autorità di controllo di accedere alle informazioni della sorgente luminosa registrate dal “Fornitore” (produttore o importatore, a seconda dei casi) sul database EPREL (European Product Registry for Energy Labelling) mediante il sito Web di pubblico accesso.


Potrebbe interessarti anche:

Light + Building slitta da marzo a ottobre 2022

Articolo precedenteIlluminazione sempre più connessa, sicura ed efficiente grazie ai semiconduttori
Articolo successivoElectronic Center: come accendere il risparmio energetico con WiSilica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui