Credit Manager sì, ma certificato

La certificazione del Credit Manager e delle sue competenze, messa in atto da Acmi, risponde all’esigenza di garantire al datore di lavoro o al committente le capacità del professionista e la completezza della sua professionalità, favorendone anche il suo posizionamento sul mercato.

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credit manager

di Fulvio Marcandelli | Senior Credit Manager di Avnet EC Emea

Andrea Davide ArnaldiCon l’avvocato Andrea Davide Arnaldi dello Studio Lexant di Milano, parliamo di un tema di grande interesse per chi si occupa di credito: la certificazione del Credit Manager.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero 9 di Elettronica AV


Come è nata l’idea di certificare il ruolo del Credit Manager e perché?

I ruoli collegati al Credit management non sono regolamentati in Ordini o Collegi, pertanto chiunque – potenzialmente carente sotto il profilo tecnico e della formazione specifica – può esercitare la professione. La mancanza di un sistema come quello introdotto dalla legge 4/2013 permetteva quindi a chiunque di entrare nel mercato dei professionisti senza alcuna barriera. Conseguentemente il cliente o datore di lavoro erano poco tutelabili nei confronti di chi millantava esperienze e competenze. Mancavano garanzie e strumenti di controllo e soprattutto mancava, per il professionista, la possibilità di difendere il proprio valore e il proprio posizionamento di fronte a chi si improvvisava tale o aveva comunque una visione/ esperienza limitata. Il mercato del lavoro e l’economia sono fortemente cambiati dal 2008 ad oggi: l’esigenza quindi di emergere qualificandosi è sempre più sentita, soprattutto se ci si apre alla mobilità europea. Mancava uno strumento ufficiale per certificare in modo univoco – a livello nazionale e internazionale – competenze, esperienze e atteggiamento.

In che misura l’Associazione dei Credit Manager è stata un buon veicolo per la nascita del progetto?

Acmi, l’Associazione Credit Manager Italia è passata nel tempo da una partecipazione appassionata a un posizionamento riconosciuto dalle istituzioni. La parola passione proviene dal latino passio, a sua volta derivato dal verbo pati, che significava sopportare, patire, caratteristiche che appartengono di diritto al ruolo. É passione il trasporto totale per un’idea o un’opinione; fare qualcosa per passione significa farla spontaneamente e senza motivi economici. Il senso di curiosità, interesse e scoperta, talvolta una vera vocazione che ci spinge verso qualcosa. Questi concetti sono quelli che devono spingere le associazioni a tutelare i ruoli e le professioni dei propri aderenti. Acmi ha deciso di intraprendere questo percorso seguendo tutti i passi necessari per poter arrivare al riconoscimento del ruolo e all’attestazione della qualificazione professionale.

In cosa consiste il processo e quanto dura la fase di certificazione?

La certificazione dei professionisti del credit management avviene effettuando una valutazione di conformità della persona rispetto a un documento di riferimento, ovvero la Uni/Pdr 44:2018. Come è possibile verificare, consultando la Uni/ Pdr, ogni informazione e dettaglio di conoscenza, abilità e competenza è riportato direttamente nella Prassi. Il compito dell’Ente di certificazione è quindi quello di condurre la certificazione seguendo le regole della Iso 17024, che vertono tutte a garantire che l’esame sia condotto in modo indipendente, imparziale, obiettivo e oggettivo. La certificazione di una persona o di un professionista è da intendersi tendenzialmente volontaria ed è uno strumento valido a livello nazionale e internazionale come sistema di riconoscimento di una professionalità acquisita e, quindi, non è da intendersi come un sistema di accesso al mondo del lavoro. L’Ente di certificazione è garante di tale riconoscimento sia verso il mercato sia ver- so gli stakeholder di riferimento. La valutazione verifica se una persona o un professionista rientra nei requisiti di conoscenza, abilità o competenza intesa come responsabilità ed autonomia; non viene espresso un giudizio sulla persona o sul professionista ma viene valutato se si rientra nel profilo definito dal documento di riferimento. La base di riferimento è il sistema Eqf, quindi la valutazione avviene sul sapere, saper essere e saper fare. Tale valutazione viene condotta attraverso un esame strutturato in verifica del CV, esame scritto, esame orale ed eventualmente prove o simulazioni pratiche in base a quanto definito dal documento di riferimento. Acmi ha preferito sviluppare un documento con l’Ente di normazione nazionale, Uni, per non basarsi su un documento autoreferenziale. Sul mercato esistono vari documenti autoreferenziali o privati, ma data la storicità e il ruolo istituzione dell’Associazione, l’obiettivo è stato quello di avere un documento pubblico, condiviso e accessibile a tutti e che potesse essere utilizzato da tutti. La certificazione ha validità tre anni, in questo periodo bisogna dimostrare il perdurare della conformità come assenza reclami, evidenza di continuità dell’esercizio professionale; per il rinnovo oltre a quanto detto bisogna dare evidenza di aggiornamento professionale nel triennio.

Nella Sua esperienza, qual è il target di aziende che potrebbero essere interessate alla certificazione del ruolo del Credit Manager?

Io credo che ogni azienda che decida di affidare la gestione finanziaria a un professionista debba spingere lo stesso a certificarsi, sia per logiche compliance che per logiche di risultato. Io mi sentirei più sicuro a salire in una macchina guidata da un autista con la patente e con la possibilità di verificare quanti punti ha perso o guadagnato.


L’articolo integrale è pubblicato sul numero 9 di Elettronica AV


 

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