Logistica: come evitare di farsi trovare impreparati

Le catene di fornitura sono state messe a dura prova dalla pandemia. Un approfondimento di DHL prende in esame la distribuzione globale dei vaccini anti Covid-19 e spiega come da questa esperienza si possano trarre lezioni utili ad affrontare in futuro altre eventuali emergenze.

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logistica Dhl Covid19

di Giorgia Andrei |

Si intitola “Revisiting Pandemic Resilience” il white paper pubblicato lo scorso maggio da DHL, nel quale il colosso della logistica mondiale ripercorre come si è riusciti a gestire le catene di fornitura in periodo di pandemia e come questa prova possa costituire la base per ottimizzare i processi logistici e gestire eventuali altre emergenze sanitarie in futuro.

Frank Appel, Ceo di DHL, scrive nell’introduzione al testo: “Il Covid-19 si è rivelato essere la più grande crisi sanitaria globale degli ultimi 100 anni. Il nuovo coronavirus è partito con un notevole vantaggio, ma stiamo colmando il divario in questa corsa verso la normalità, grazie ai successi conseguiti, alle lezioni apprese e alla consapevolezza di appartenere a un’unica comunità globale. L’impatto specifico della pandemia continua a variare in base alla regione e ogni giorno sembrano esserci evoluzioni. Dobbiamo, però, prepararci, per evitare di essere nuovamente colti alla sprovvista”. La priorità ora sarà riuscire a gestire volumi elevati di vaccini, mantenere l’infrastruttura e le capacità logistiche e pianificare le fluttuazioni stagionali. Solo così il sistema della catena di approvvigionamento, attualmente in fase di implementazione, costituirà una piattaforma ben attrezzata per gli anni a venire. Di seguito, alcuni spunti di riflessione tratti dallo studio.

La logistica e la sfida dei vaccini anti Covid-19

Sono diversi i risultati conseguiti in ambito di Ricerca & Sviluppo, produzione e gestione della catena di approvvigionamento che ci stanno aiutando, come comunità globale, a superare la crisi sanitaria.

Un esempio su tutti riguarda il vaccino anti Covid-19, che è stato sviluppato cinque volte più velocemente di qualsiasi altro nella storia. Non solo: la sua produzione è stata incrementata in tempi record, quadruplicando la capacità di produzione dei vaccini nell’era precedente il Covid-19. Dal canto suo, la catena di approvvigionamento non solo ha soddisfatto i requisiti di una catena del freddo senza precedenti, con esigenze di temperatura di -70°C, ma è stata anche implementata tre volte più velocemente del solito. Inoltre, è stata intrapresa un’azione multilaterale per garantire l’accesso globale ai vaccini e le piattaforme di vaccini di nuova concezione potranno probabilmente contribuire in futuro a contrastare anche altre malattie. Con il crescente rischio di mutazioni virali, una campagna di vaccinazione globale, oltre a essere un obbligo sociale, è anche un prerequisito per porre fine alla pandemia. Questa grande operazione va però gestita: i flussi di fornitura di vaccini raddoppieranno dal secondo al quarto trimestre 2021.

La pandemia è una situazione dinamica, così come il virus che la causa. Per questo, oltre a vaccinare la popolazione il più rapidamente possibile, è necessario sostenere l’immunizzazione anche negli anni a venire: la catena di approvvigionamento dei vaccini e l’impostazione della logistica avviata nel 2021 rimarranno come base anche per il futuro. Si prevede che nel periodo 2022-2023, ogni anno saranno distribuiti tra i 7 e 9 miliardi di dosi di vaccino, con le corrispondenti forniture accessorie. La gestione della pandemia è una combinazione di prevenzione delle infezioni, monitoraggio e contromisure.

In questo impegno, la logistica e la gestione della catena di approvvigionamento svolgono un ruolo essenziale, in quanto garantiscono la disponibilità e la distribuzione di strumenti chiave per la gestione della pandemia: medicinali e forniture mediche, come vaccini, kit di test, forniture ausiliarie, trattamenti e dispositivi di protezione individuale. L’anno scorso erano proprio questi ultimi a rap- presentare una criticità nella catena di approvvigionamento, mentre i vaccini erano ancora in fase di sviluppo. Oggi i vaccini sono diventati rapidamente l’asset più critico da cui dipende la gestione della pandemia.

Una supply chain capace di gestire i picchi

Le campagne di vaccinazione sono iniziate in vari Paesi a gennaio 2021 e alla fine di aprile, a livello globale, le dosi somministrate erano circa 1 miliardo. Entro la fine dell’anno le dosi dovrebbero arrivare a quota 15 miliardi, se le capacità di produzione annunciate saranno soddisfatte e altri vaccini saranno introdotti sul mercato. Solo quattro Paesi finora (aprile 2021, ndr) hanno raggiunto tassi di vaccinazione superiori al 50%, mentre molti dei circa 188 Paesi e territori che devono ancora ottenere progressi significativi nella vaccinazione hanno infrastrutture meno sviluppate. In questi luoghi la sfida logistica è ovviamente più ardua.

Inoltre, oltre il 95% delle dosi di vaccino è prodotto in soli otto Paesi e il flusso di materie prime in questi paesi di produzione dipende dai contributi di altri Paesi: per questo, sono fondamentali catene di approvvigionamento internazionali ad alte prestazioni. Ci sono diversi elementi essenziali per affrontare la sfida del picco di distribuzione dei vaccini. DHL li raggruppa in quattro aree chiave: collaborazione, flussi in entrata, ultimo miglio e massimizzazione della domanda.

  • Collaborazione –  Per prima cosa, occorre favorire la collaborazione. Tutti i settori, le industrie e le nazioni devono collaborare formando solide partnership e sfruttando il supporto dei dati. I partenariati intersettoriali e transfrontalieri aiutano le parti interessate ad allinearsi sul monitoraggio e la fornitura di vaccini e forniture accessorie. In particolare, le collaborazioni tra operatori farmaceutici, governi, militari e operatori logistici possono garantire una distribuzione del vaccino end-to-end senza intoppi. La trasparenza della catena di approvvigionamento end-to-end può essere ottenuta attraverso una combinazione di nuovi strumenti, l’interoperabilità di vari sistemi e protocolli di condivisione dei dati. Una visione completa e in tempo reale della supply chain consente alle parti interessate di collaborare senza problemi e rispondere più rapidamente ai colli di bottiglia.
  • Flussi in entrata – I limiti di capacità (in particolare quelli relativi al trasporto aereo e al ghiaccio secco) possono portare a colli di bottiglia che ritardano la consegna del vaccino e ne compromettono la qualità. Una previsione e una gestione accurate della capacità di trasporto possono garantire la consegna tempestiva e sicura dei vaccini ai Paesi di destinazione. C’è poi una questione di sostenibilità degli imballaggi: molti dei vaccini approvati hanno requisiti di temperatura di conservazione a freddo o ultra-freddo, per i quali sono richiesti sistemi di confezionamento speciali, che possono essere piuttosto costosi. In tale contesto, sono d’aiuto una logistica dei resi semplificata e relazioni multi-fornitore.
  • Ultimo miglio – Elemento da tenere in considerazione è il cosiddetto ultimo miglio del vaccino: proprio questo step rappresenta la più grande sfida logistica, considerato che l’obiettivo è distribuire e somministrare circa 10 miliardi di dosi entro la fine del 2021. Portare i vaccini dall’aeroporto ai pazienti richiede una sincronizzazione del flusso delle merci, dei punti di vaccinazione e di stoccaggio specifici di ogni contesto locale. I modelli di spedizione just-in-time o diretti non sono sempre adatti a servire un gran numero di punti di vaccinazione o paesi con popolazioni in gran parte remote. Allo stesso tempo, fino al 70% delle strutture sanitarie nei Paesi a basso e medio reddito non ha la capacità di conservare grandi volumi di vaccini Covid-19 a 2-8 °C o –20°C. Tenendo conto del tempo, dei costi e dell’utilizzo dello stoccaggio e dell’immagazzinamento della catena del freddo su larga scala, i governi nazionali dovrebbero esplorare l’opzione di istituire uno stoccaggio appropriato a livello locale o regionale. Si pone poi una questione di flusso sincronizzato delle forniture ausiliarie al vaccino, come aghi, siringhe, diluenti e contenitori per rifiuti pericolosi, che deve essere aumentato per garantire che sia ogni vaccino possa essere somministrato. I vaccini e le forniture ausiliarie devono essere spediti e immagazzinati congiuntamente o separatamente, a seconda dell’infrastruttura locale, della tempistica, delle capacità informatiche e della disponibilità di forniture mediche. Una rete di siti di vaccinazione ottimizzata per numero e posizione geografica è poi fondamentale per avere un più facile accesso ai pazienti.
  • Massimizzazione della domanda – Nell’ottica, infine, di massimizzare la domanda di vaccini, è necessario agire anche dal punto di vista della comunicazione mirata sui vaccini. Un recente sondaggio del Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie di 15 Paesi del continente ha mostrato che mentre il 79% degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a farsi vaccinare, oltre la metà si considera poco informata o per niente informata sullo sviluppo del vaccino. Non sono poi da trascurare gli incentivi: la promessa di una protezione personale o il fatto di compiere un’azione che va a beneficio della salute pubblica hanno probabilmente convinto la prima ondata di destinatari del vaccino, ma in futuro ci potrebbe essere bisogno di altri incentivi. Per molti, i costi associati alla vaccinazione (ad esempio, costi di trasporto, congedo per malattia non retribuito) possono sembrare superiori ai benefici: ridurre quindi questi costi e offrire anche dei “bonus” sono elementi a supporto della massimizzazione della domanda.
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