L’IoT rallenta ma non frena. I dati del PoliMi

La Ricerca 2020-2021 dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano indica un mercato italiano che regge l’urto della pandemia e si attesta su un valore di 6 miliardi di euro, segnando una flessione in linea con l’andamento dei principali Paesi occidentali.

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IoT PoliMi

di Virna Bottarelli | L’IoT continua a rappresentare un tema “affascinante e complesso”. Così lo ha definito Alessandro Perego, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, che ha aperto il convegno di presentazione dell’ultima edizione dell’Osservatorio IoT lo scorso 9 aprile.

“L’IoT implica non solo una vastità di ambiti applicativi, ma anche la necessità di lavorare adottando standard e integrando processi end-to-end”, ha detto Perego, ricordando i dieci anni dalla nascita dell’Osservatorio IoT e i progressi fatti dal 2011 a oggi da un paradigma tecnologico che ha via via conquistato gli ambiti della città, della casa, della fabbrica e dell’auto.

“Il 2020 è stato un anno importante per l’Internet of Things in Italia”, ha detto Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things. “La crescita della cultura digitale delle imprese ha favorito lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei costi e dei be- nefici abilitati dalle tecnologie IoT per cittadini, aziende e PA, in termini economici, ambientali e di riduzione del rischio. Questi benefici evidenziano come l’IoT possa avere un ruolo chiave nella trasformazione digitale del Paese”.


La versione integrale dell’articolo è disponibile

sul numero 8 di Elettronica AV


Crescita rallentata per l’IoT nell’ultimo anno

La pandemia ha rallentato la progressione dell’Internet of Things ma non ha compromesso in maniera pesante l’andamento del settore: a fronte di una crescita che negli ultimi anni era stata molto rapida (+24% nel 2019, +35% nel 2018), il mercato italiano ha comunque retto l’urto della crisi, segnando soltanto una flessione del 3%, in linea con l’andamento registrato nei principali Paesi occidentali (che oscilla fra il -5% e il +8%), e attestandosi su un valore di 6 miliardi di euro.

Sono 93 milioni le connessioni IoT attive in Italia, di cui 34 milioni di connessioni cellulari (+10%) e 59 milioni abilitate da altre tecnologie (+15%). Tra queste, emergono le reti LpWan (Low Power Wide Area Network), che raggiungono per la prima volta un milione di connessioni (+100%). Una forte spinta arriva anche dalla componente dei servizi collegati agli oggetti connessi, con un valore di 2,4 miliardi di euro e una crescita del 4%, in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato. “L’emergenza non ha permesso di replicare nel 2020 l’elevato ritmo di crescita tenuto dal mercato IoT negli ultimi anni”, afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio. “Ma, pur in leggera flessione, il mercato è comunque in salute e presenta una buona dinamicità, con tanti ambiti che sono cresciuti rispetto al 2019, come Smart Agricolture, Smart Factory, Smart Logistics e Smart City. Sono in costante aumento le connessioni IoT che abilitano l’evoluzione tecnologica, dalle nuove piattaforme all’edge computing, e la spinta dei servizi abilitati dagli oggetti smart apre nuovi modelli di business e opportunità, sia dal punto di vista consumer che delle imprese e della PA”.

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