Agricoltura e tecnologia: 24 miliardi dal piano Transizione 4.0

Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, mattone su cui si fonda il Recovery Fund italiano, prevede circa 24 miliardi di euro di investimenti e il credito d’imposta per i beni che rientrano nell’ambito dell’agricoltura

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agricoltura 4.0

di Piergiorgio Riani | consulente di Om.En Consulenza

Il termine “Transizione 4.0” indica lo sviluppo che ha interessato il piano varato dal Governo con la Legge di Bilancio n.232 dell’11 Dicembre 2016, denominato “Piano Industria 4.0”. Il piano prevede incentivi fruibili da tutte quelle aziende che decidono di investire in percorsi di trasformazione dei propri processi secondo il paradigma 4.0.

Il cambiamento non si limita alla diversa denominazione, bensì vuole indicare un’estensione degli incentivi a tutti i settori economici e soprattutto vuole far intendere che i provvedimenti non siano stati solo episodici ma siano destinati a sostenere le imprese nel medio-lungo periodo.

Tra le varie misure di sostegno introdotte con la Legge di Bilancio 2017, la più notevole è il cosiddetto “iperammortamento”, che ha l’obiettivo di supportare piani di investimento in beni materiali e immateriali indispensabili all’evoluzione tecnologica e digitale 4.0. La misura possiede infatti una capacità di aiuto molto forte, che consiste nella maggiorazione al 150% dei costi di ammortamento relativi all’acquisto di beni materiali strumentali nuovi (indicati nell’allegato A della legge 232/2016). Con la trasformazione di tale incentivo in credito d’imposta, come decretato dalla legge 160/2019 (art. 1 comma 189 per beni materiali, comma 190 per beni immateriali), si è assistito a un interesse crescente da parte delle aziende agricole alla fru- izione degli incentivi previsti dalla legge.

Disallineamento tra domanda e offerta

Purtroppo, il mercato dell’agricoltura 4.0 registra ancora diversi punti di disallineamento tra le aziende della domanda (aziende agricole e contoterzisti) e le aziende dell’offerta (provider di soluzioni tecnologiche e servizi), dovuti anche al linguaggio e alla terminologia adottati dalle diverse imprese: un mercato emergente, del resto, porta con sé innovazione e, di conseguenza, termini e concetti nuovi, spesso non del tutto o non omogeneamente definiti. Al riguardo, il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso la circolare n. 48610 del 1° marzo 2019 ha tentato di fornire indicazioni chiare per le modalità applicative in questo settore. Un ulteriore importante chiarimento è venuto però dal documento UniPdR 91/2020, che riporta le prassi di riferimento per beneficiare degli incentivi economici previsti dalla legge di bilancio.

In particolare, l’obiettivo è di fare chiarezza su quali siano i beni descritti dell’allegato A e su quali siano i requisiti da rispettare per ricevere il credito d’imposta. Nel punto 11 dell’allegato A viene riportato: “Anche motrici e operatrici, strumenti e dispositivi per il carico e lo scarico, la movimentazione, la pesatura e la cernita automatica dei pezzi, dispositivi di sollevamento e manipolazione automatizzati, Agv e sistemi di convogliamento e movimentazione flessibili e/o dotati di riconoscimento dei pezzi (ad esempio, Rfid, visori e sistemi di visione e meccatronici …” e viene spiegato, a titolo esemplificativo, come siano comprese le macchine per l’agricoltura 4.0, quali trattrici e macchine agricole portate, trainate e semoventi, che consentono la lavorazione di precisione in campo grazie all’utilizzo di elettronica, sensori e gestione computerizzata delle logiche di controllo. Non è chiaro tuttavia quali siano, nel concreto, le macchine comprese; per questo motivo si può ricorrere al documento Uni- PdR 91/2020, che riporta un elenco di tutte le tipologie interessate.

Inoltre, in ambito agricolo, è prevista la possibilità di agevolare anche i dispositivi, la strumentazione e la componentistica intelligente per l’integrazione, la sensorizzazione o l’interconnessione e il controllo automatico nell’ammodernamento o nel revamping di beni; l’importante, anche in questo caso, è che vengano rispettati i cosiddetti 5+2/3 requisiti, ovvero:

  • controllo per mezzo di Cnc o Plc;
  • interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica, con caricamento da remoto di istruzioni o part program;
  • integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura o con altre macchine del ciclo produttivo;
  • interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive;
  • rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro;

più almeno altri 2 tra:

  • sistemi di telemanutenzione o telediagnosi o controllo in remoto;
  • monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e ad attività alle derive di processo;
  • caratteristiche di integrazione tra macchina fisica o impianto con la modellizzazione o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo.

Raccogliere informazioni per ottimizzare la produttività

Ma in base a cosa sono stati stabiliti gli elementi di cui sopra? Il punto focale è la volontà di colmare il gap spaziale, temporale e qualitativo che è presente in tutte le realtà produttive primarie, attraverso l’utilizzo di tecnologie in grado di raccogliere informazioni e analizzarle opportunamente per poter prendere decisioni conseguenti, al fine di ottimizzare la produttività, facendo ricorso anche a reti intelligenti e strumenti di gestione dei dati, anche in cloud. In tal senso, acquisiscono particolare rilevanza le caratteristiche di interconnessione e integrazione, i cui capisaldi sono rappresentati dallo scambio di informazioni bidirezionale tra bene e sistema informativo aziendale e dalla possibilità di identificare in modo univoco il bene stesso.

Questi importanti requisiti possono essere soddisfatti, ad esempio, attraverso l’inoltro alla macchina di informazioni connesse alla gestione “anagrafica” della lavorazione (dati relativi all’ordine di lavoro da svolgere) e all’invio di notifiche automatiche connesse al completamento o allo stato della lavorazione, anche attraverso piattaforme informative di terze parti (ad esempio, del produttore della macchina).


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