I dati Grant Thornton su come le imprese italiane vedono il futuro

Secondo Grant Thornton, nei primi sei mesi dell’anno in Italia l’ottimismo economico è diminuito del 10% rispetto al 2019, e solo il 23% delle aziende sono positive sulla ripresa nei prossimi 12 mesi

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dati pessimismo

Per i primi sei mesi dell’anno il network di consulenza internazionale Grant Thornton indica un deciso calo dell’ottimismo da parte delle aziende italiane (-10%) per quel che riguarda le aspettative economiche per i prossimi 12 mesi, con solo il 23% delle aziende ottimiste sulla ripresa. La performance italiana segue il trend di forte peggioramento su scala mondiale (-16%) che tocca il livello più basso dalla crisi dell’Eurozona del 2011-2012. Anche in Europa diminuisce l’ottimismo che, in linea con il dato globale, cala del 16% rispetto al 2° semestre dell’anno, con solo il 29% di imprese positive.

Un quadro di incertezza

Il quadro di incertezza generale riflette un clima di pessimismo sulle aspettative future delle imprese verso i fattori chiave della crescita economica (fatturato, redditività e occupazione). Per quanto riguarda la situazione italiana, solo il 24% delle aziende si aspetta un aumento dei ricavi nei prossimi 12 mesi, dato in netta caduta rispetto al 42% registrato nel 2° semestre 2019. Al contrario, il 40% si aspetta una diminuzione. Osservando la media globale solo il 34% si aspetta un aumento nei ricavi, in discesa di ben 20 punti rispetto al 2° semestre 2019.

Una quota importante di aziende a livello mondiale, pari al 65%, si aspetta che il Covid-19 avrà un impatto negativo sui ricavi nel 2020 che diminuiranno in media del 9,7% a causa degli effetti della pandemia. In Italia lo scenario di previsione non sembra così scoraggiante, infatti, è di solo il 2,7% il numero di imprese che vede gli impatti del Covid come causa di perdita economica superiore al 50%; per l’11,3% rappresenta una perdita tra il 20 e il 29%, mentre la quota maggiore, il 32,7%, si aspetta una perdita minore, compresa tra l’1 e il 9%. Fa ben sperare un 4,7% che immagina un aumento dei ricavi del 10%.

Mancanza di ordini

L’attuale contesto di crisi ha determinato un forte picco di incertezza economica: il 66% delle aziende identifica l’incertezza come un vincolo aziendale. In Italia il dato sale al 68% mentre in Europa rimane più basso al 59%. Tra i fattori più limitanti per la crescita vi è anche la carenza di ordini, dichiarata come vincolo dal 57% delle aziende italiane, che supera di poco il dato globale al 55% (più basso quello europeo al 51%). Il crollo della domanda, elevati livelli di incertezza e preoccupazioni per la disponibilità finanziaria sono tutti elementi che in egual misura contribuiranno a ridurre le intenzioni di investimento. In Italia, diminuisce infatti (-18%) il numero delle imprese che pianificano di investire nella qualità dei prodotti e servizi, con solo il 29% delle imprese che prevede di aumentare le spese in R&S nei prossimi 12 mesi. Dati negativi anche sulla crescita dell’export, su cui la percentuale delle imprese ottimiste è più che dimezzata (dal 38% del 2019 al 16% di quest’anno).


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