Vendramini, Gruppo De’ Longhi: è la passione che fa la differenza

Da sempre nel mondo dell’elettronica, Eveljn Vendramini è responsabile delle strategie legate all’elettronica del Gruppo De’ Longhi: “Per fare un buon lavoro, in un mercato così complesso, la passione è fondamentale”

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De' Longhi Vendramini

di Laura Reggiani |

Non ha certo bisogno di presentazioni il Gruppo De’ Longhi. Chi di noi non ricorda il mitico Pinguino? Chi di noi non ha mai avuto in casa un elettrodomestico appartenente alla galassia del gruppo? Azienda familiare fondata nel 1902 a Treviso come laboratorio di produzione di piccoli pezzi industriali, De’ Longhi inizia negli anni 60 a produrre prodotti finiti conto terzi, fino ad arrivare negli anni 70 a commercializzare diversi elettrodomestici con il proprio marchio. Oggi il Gruppo distribuisce i suoi prodotti in più di 120 Paesi, ha chiuso il 2019 con risultati più che soddisfacenti, soprattutto nei principali mercati europei, fatturando oltre 2 miliardi di euro e confermando un ottimo posizionamento nel settore del caffè. A Treviso ha sede anche l’ufficio che si occupa degli acquisti dell’elettronica, ovvero schede e componenti, guidato da Eveljn Vendramini nel ruolo di Electronics Commodity Manager. Figlia d’arte dell’elettronica, come lei stessa ci ha raccontato, è nata “respirando il profumo del saldatore” e ha mosso i primi passi professionali negli anni d’oro dell’elettronica, quelli in cui l’Italia era la patria del manufacturing, assistendo a una importante avventura imprenditoriale. Quella stessa passione ancora oggi la utilizza per il suo lavoro di buyer in De’ Longhi.

Electronics Commodity Manager per De’ Longhi: genericamente “buyer”. Di cosa si occupa precisamente? 

In De’ Longhi l’elettronica è sempre stata gestita attraverso relazioni molto forti con i partner “tier one”, gli Ems a cui veniva delegato il processo di acquisto della componentistica elettronica utile per la produzione della scheda da noi comprata già assemblata. Due anni fa il Gruppo ha deciso di modificare le strategie dedicando una commodities all’elettronica con il compito di gestire anche i fornitori “tier two” e il processo di acquisto della componentistica, in modo più collaborativo con i partner Ems, che ci ha portato a gestire tutte le strategie di acquisto di elettronica del Gruppo. Come ufficio acquisti il nostro primo mandato è la negoziazione, un’attività da svolgere con un occhio al ‘saving’ ma anche alle alternative disponibili, in modo da non legarsi a prodotti ‘single source’. A questo si affianca la gestione contrattuale, un’attività molto importante in un’azienda come De’ Longhi. Collaboriamo anche allo sviluppo dei progetto, lavorando con i diversi competence center, accompagnando le divisioni e suggerendo alternative. Avendo dei rapporti privilegiati con il mondo esterno siamo anche promotori delle attività di sviluppo tecnologico, accompagnando i fornitori che hanno nuove idee da portare in azienda all’ufficio tecnico. Un’altra attività fondamentale è proprio la verifica dei fornitori, di cui facciamo un risk assessment legato alla localizzazione, alla capacità produttiva e alla solidità finanziaria, ma seguiamo anche le attività nell’ambito della qualità e dei processi di omologazione. Le giornate sono sempre molto piene e non ci si annoia.

Individuare i fornitori, analizzare le offerte, negoziare le forniture, stipulare contratti… Quale dei compiti del suo ruolo la stimola maggiormente e quale invece preferisce delegare?

Credo che tutta l’attività di gestione contrattuale sia molto importante e per questo la seguo con particolare attenzione. Lo stesso vale per la negoziazione, un’attività fondamentale che oggi delego però al mio team. Quello che più mi piace del mio lavoro è il raggiungimento degli obiettivi: chiudere bene una negoziazione, un contratto, un accordo di qualità mi dà grande soddisfazione personale. Mi piace quindi raggiungere gli obiettivi, mentre detesto lasciare le cose in sospeso.

Quanto è cambiata la figura del buyer con l’avvento delle tecnologie digitali? Pensa che in futuro l’intelligenza artificiale potrà avere un impatto maggiore sulla vostra professione?

Qualsiasi strumento che faciliti e soprattutto velocizzi il lavoro quotidiano di chi come noi è sottoposto a tempi sempre più stretti va preso in considerazione e per questo già utilizziamo diverse soluzioni tecnologiche, tra cui le piattaforme digitali che ci permettono un dialogo continuo con i fornitori. Certamente la figura del buyer è molto cambiata e l’acquisitore degli anni 80 che riceveva i rappresentanti in fila davanti alla porta dell’ufficio non esiste più. È cambiato il mondo ed è cambiato il nostro modo di lavorare; questa epidemia ha stimolato un cambiamento supportato dalle tecnologie digitali che riguarda tutti. Credo, comunque, che la sensibilità umana nel nostro lavoro, soprattutto in un mondo particolare come quello dell’elettronica, sia fondamentale. Un’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire il fiuto di un professionista che conosce il mercato, l’esperienza e la sensibilità di chi capisce il settore, le sue situazioni e le sue particolari dinamiche. In un settore in rapida evoluzione come quello tecnologico, il buyer deve avere la capacità di prevedere e di anticipare gli eventi, lavorando con grande anticipo. Quello dei leadtime è un aspetto fondamentale nel nostro lavoro e per questo dobbiamo essere certi di avere sempre le giuste informazioni nei tempi giusti.

Al centro del lavoro del buyer c’è la relazione con i fornitori: quanto contano il rapporto umano e l’empatia nella sua attività?

Rapporto umano ed empatia sono fondamentali nella mia professione ed essenziali nel mio modo di lavorare. L’impegno nelle relazioni con le persone è importante, così come la fiducia che si deve instaurare con i fornitori. Il rapporto con il fornitore deve essere basato su una situazione di reciprocità in cui ci si scambiano le informazioni in modo chiaro e affidabile per raggiungere insieme gli obiettivi. L’ufficio acquisti deve anche conoscere le logiche operative aziendali per anticiparne le necessità. Quali sono i rapporti con gli altri dipartimenti e con chi si confronta quotidianamente? Ho lavorato nel finance e nel controllo di gestione e questo mi agevola nei rapporti con le altre aree operative, ad esempio l’amministrazione, di cui conosco processi e logiche operative. Come ufficio acquisti abbiamo rapporti e confronti quotidiani con tutti i dipartimenti aziendali: dall’R&D con cui collaboriamo in fase di sviluppo del progetto, alle fabbriche con cui ci confrontiamo per ogni esigenza di procurement; dai competence center con cui ci confrontiamo in fase di definizione del prodotto, ai colleghi degli uffici asiatici con cui abbiamo relazioni strette e rapporti continui.

Quali strumenti e strategie utilizzate per individuare nuovi potenziali partner? Hanno ancora senso le fiere a questo scopo?

Per quanto riguarda lo scouting di fornitori “tier one”, ovvero gli assemblatori di schede, il processo è molto complesso e l’attenzione è concentrata su una serie di aspetti relativi all’affidabilità del partner e alla sua solidità finanziaria. Per quanto riguarda invece i “tier two”, cioè i fornitori di componenti, siamo molto aperti a nuovi potenziali partner, disponibili a sperimentare le novità e attenti alle loro attività di promozione. Per questo li ascoltiamo sempre, certi che ogni idea innovativa vada presa in considerazione. Sono convinta che le fiere abbiano ancora senso e che possano rappresentare dei momenti chiave per entrare in contatto diretto con i fornitori, nuovi e vecchi, e guardarsi in faccia.

Come operate negli acquisti di componenti? Preferite il rapporto diretto con il fornitore o la- vorate anche con la distribuzione?

Abbiamo relazioni con fornitori di ogni genere e tipo, sia globali che locali, con produttori di componenti e con distributori. Gli Ems che lavorano con noi trovano più facilità di gestione nei rapporti con la distribuzione, e per questo, laddove chiudiamo una ‘special quote’ con il manufacturer, lasciamo sostanzialmente all’Ems spazio di scelta del partner da utilizzare. Il rapporto con il canale della distribuzione rimane molto importante e, soprattutto in alcuni momenti particolari, diventa essenziale. Purtroppo ho riscontrato che il mondo della distribuzione è in forte evoluzione. I grandi player multinazionali stanno abdicando al loro ruolo e prendendo strade diverse rispetto alla distribuzione di ampio servizio che conoscevamo 10 anni fa, lasciando spazio a nuovi soggetti che stanno prendendo quote di mercato.


L’intervista integrale è stata pubblicata

sul numero 3 di Elettronica AV

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